Esiste un'anima immortale?

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    Cosa accade dopo la morte? Questa domanda ha da sempre attanagliato l'umanità, in quanto, prima o poi, riguarda ognuno di noi, sia direttamente che indirettamente.
    Secondo la maggior parte delle religioni, dopo la morte del corpo, l'anima dell'uomo, che sarebbe immortale, andrebbe in un aldilà. Anche nel Cristianesimo viene insegnata questa dottrina: dopo la morte, l'anima della persona va in paradiso o va all'inferno, a seconda se sia "buona" o "cattiva".

    Cosa dice la Bibbia? Questa è la domanda che ogni cristiano sincero deve porsi, poiché la Bibbia è la Parola di Dio e solo essa contiene la verità circa Dio e l'uomo.

    Io, personalmente, non credo nell'immortalità dell'anima, ma credo che l'unica speranza che i morti hanno di ritornare in vita sia la resurrezione alla fine dei tempi, al ritorno di Gesù Cristo in gloria.

    Propongo due Scritture guida per la nostra riflessione:


    «Allora l'Eterno Dio formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un'alito di vita, e l'uomo divenne un'anima vivente» - Genesi 2:7 (ND).


    «[Dio è] il solo che possiede l'immortalità e abita una luce inaccessibile» - 1Timòteo 6:16 (ND).



    Edited by AlessioRando - 20/4/2016, 21:41
     
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    Ciao Alessio, grazie ancora per la tua partecipazione al Forum. E grazie soprattutto per gli argomenti interessanti che proponi!
    Come buona abitudine vediamo più da vicino il contesto dei passi biblici proposti:
    CITAZIONE
    «Allora l'Eterno Dio formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un'alito di vita, e l'uomo divenne un'anima vivente» - Genesi 2:7 (Diodati).

    Questo passaggio letto per come viene suggerito dalle nostre traduzioni può indurci a capire - naturalmente - per come la traduzione ci induce a capire. Una comprensione logica della lettura del testo "in superficie" potrebbe indurci a sostenere il tuo pensiero, condivisibile per alcuni, incondivisibile per altri.
    Qui ci troviamo d'innanzi alla "fabbricazione" dell'uomo per mezzo di una materia prima preesistente, la polvere (afàr) del suolo (adamah). Chi non conosce l'ebraico biblico non può sapere che il termine utilizzato per «uomo» non è 'ish (marito, uomo, qualcuno) ma 'adam (essere umano, terrestre).

    Da come si può evincere, le parole 'adamah e 'adam sono quasi identiche, infatti la prima corrisponde alla versione femminile della seconda, come 'ishah (uoma, donna, moglie) con ish (uomo, marito, qualcuno).

    Naturalmente il «terrestre» è divenuto "anima" vivente perché è stato il "soffio" di Elohìm a conferire vita al corpo, inanime senza questo "soffio". Di per sé il «terrestre» diviene "anima vivente" perché è fatto di terra, infatti, come dice giustamente Giovanni (6:63) «È lo Spirito che vivifica; la carne non è di alcuna utilità» (NRV) oppure come si legge in Giacomo 2:26 «[...] il corpo senza spirito è morto, così ancora la fede senza le opere è morta». Ciò significa che l'anima/spirito è quell'elemento che dà vita al corpo, e se un uomo muore non vuol dire che anche l'anima muoia, anzi, si dice che nonostante al momento della morte il corpo «ritorna alla polvere» (Gn 2:7), «e la polvere ritorni in terra, come era prima; e lo spirito ritorni a Dio, che l'ha dato» (Ecc 12:9 - Diodati)

    L'equivoco nasce quando si intendono anima e spirito come due cose differenti, dato che «[...] avviene a' figliuoli degli uomini è ciò che avviene alle bestie; vi è un medesimo avvenimento per essi tutti; come muore l'uno, così muore l'altro, e tutti hanno un medesimo fiato; e l'uomo non ha vantaggio alcuno sopra le bestie; perciocchè tutti son vanità» (Ecc 3:19 - Diodati).

    Il termine ebraico nefesh utilizzato in Genesi viene generalmente tradotto con «anima», ma andrebbe tradotto in realtà con «persona». Quindi «il terrestre divenne una persona vivente» perché, a conti fatti, anche gli animail sono «anime viventi», esattamente come il terrestre, solo che quest'ultimo è dotato di una "personalità", per questo è più indicato tradurre «persona» e non anima, l'equivoco nasce da una errata traduzione: a entrambi, terrestre e animali, è prevista la stessa sorte: la morte del corpo. Addirittura la Scrittura afferma che Dio terrà conto pure del sangue degli animali (Gn 9:5), poiché «la vita della carne è nel sangue» (Lv 17:11,14).

    Se la vita dovesse dipendere dal corpo e non dall'anima, allora le anime/spiriti dovrebbero essere morti, e dovrebbe essere morto anche Dio «che è Spirito» e dà la Vita per mezzo del Suo "soffio" (nishmàt).

    CITAZIONE
    «[Dio è] il solo che possiede l'immortalità e abita una luce inaccessibile» - 1Timòteo 6:16 (Diodati).

    Anche questo passaggio può risultare equivoco se approcciato eccessivamente alla lettera. Verissimo, Dio solo ha l'immortalità, ma non vuol dire che non possa concederla ad altri. Infatti, il dono della «vita eterna» cosa sarebbe e a che servirebbe? Se ad una persona viene concesso di vivere in eterno, naturalmente anche l'anima è eterna perché è il corpo ad essere animato dall'anima e non viceversa. Mi verrebbe da dire allora che l'uomo non avrà vita eterna (olàm), ma vita perpetua (le-olàm), perché solo Dio è eterno, cioè che non ha né inizio né fine, ma E' l'inizio e la fine, il primo e l'ultimo, l'alfa e l'omega, l'alef e la thaw. L'uomo ha avuto un inizio, ha una fine corporale, ma la sua anima che fine farà? Svanisce? Se sì, dove andrà a finire?

    La Bibbia testimonia più volte il fatto che questa vita non è tutto quello che c'è. Per i fedeli, il meglio deve ancora venire (Lc 16:22; 23:43; 2Tim 4:8); mentre per l'infedele, il peggio deve ancora venire (Lc 16:23-24). Gli ingiusti «andranno nelle pene eterne, e gli giusti alla vita eterna» (Mt 25:46). Come già detto, al momento della morte, la polvere (cioè noi esseri umani) tornerà alla terra com'era prima, ma «lo spirito ritornerà a Dio che lo ha dato». Gesù insegnò: «Io sono la risurrezione e la vita. Chi crede in me, anche se muore, vivrà. E chiunque vive e crede in me non morrà in eterno» (Gv 11:25-26). In breve, l'anima dell'uomo è immortale secondo quanto espresso anche dai passi seguenti: Rm 2:7; 2Tim 1:10; 1Cor 15:53-54.

    Tuttavia, se l'anima dell'uomo è immortale, come poteva Paolo scrivere a Timoteo che Dio "da solo possiede l'immortalità" come hai ben puntualizzato? Se solo Dio possiede l'immortalità, allora come può l'uomo essere immortale?

    Dio e l'anima dell'uomo sono immortali. Dio, per Sua natura è eterno (Sl 90:2), e, quindi non è soggetto alla morte (Thanatos in greco). Solo quando Dio, il Verbo si è fatto carne ed ha abitato fisicamente nel mondo naturale, ha sottoposto volontariamente se stesso fino alla morte (Gv 1:1-5,14; 19:30; Flp 2:5-8). Eppure, anche in questo caso, la morte non ha avuto alcun potere su di Lui, sul Suo corpo umano (At 2:22-36; 1Cor 15:21). Gesù ha sconfitto il thanatos; e Lui stesso è thanatos (immortale). Egli non solo è fisicamente risorto dai morti, ma la Sua anima/spirito non ha mai cessato di esistere. Gesù è stato il prototipo, l'esempio di ciò che avverrà agli uomini alla resurrezione finale.
    Eppure, come può Dio soltanto avere l'immortalità (athanasia in greco; 1Tim 6:16) se l'anima dell'uomo è anche immortale (1Cor 15:53-54; cfr. Mt 25:46)? La risposta è davvero molto semplice.

    L'unica ragione in cui l'anima/spirito dell'uomo è immortale è perché Dio dà all'uomo l'immortalità. Dio ha creato l'uomo in modo diverso rispetto alle piante ed animali; ha scelto di fare l'uomo «in-rappresentazione-sua» [be-tzalme-nu] (Gn 1:27). Tra le altre cose, una delle più grandi benedizioni di essere un «rappresentante» di Dio è che gli esseri umani hanno un'anima immortale. Tuttavia, nel senso che la natura eterna di Dio è immortale, solo Dio possiede per propria natura l'immortalità, l'uomo no, ma può riceverla da Dio. Gli stessi angeli non sono eterni, ma essendo creature come noi uomini anche a loro viene conferita non "l'eternità" ma la "perpetuità" perché così come noi terrestri, essi hanno avuto un inizio, e viene conferita loro come a noi la perpetuità che non è la stessa cosa di eternità.

    Caro Alessio, considera un parallelo. Secondo la Scrittura, sia Dio che i Suoi figli fedeli sono puri e santi (1Gv 3:3; Mt 5:8; 1Pt 1:16). Puri e santi, certamente, ma su diversi livelli. Mentre Dio è per Sua natura perfetto (Is 6:3; Gm 1:13), l'uomo può diventare puro e santo solo attraverso la grazia di Dio e il sangue di Cristo (Eb 10:22; Ef 1:3-14). Dio è Santo; l'uomo diventa santo. Allo stesso modo, «Dio solo [intrinsecamente] possiede l'immortalità» (1Tim 6:16), mentre l'uomo «diviene» immortale.
     
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    Ciao Daniele, grazie per la risposta.

    Concordo sul fatto che Dio possa concedere l'immortalità ad altri, infatti, Dio la concesse già ad Adamo ed Eva, prima del peccato, la concede agli angeli a lui fedeli e la concederà nuovamente ai redenti, al ritorno di Cristo in gloria. Però, l'idea che l'uomo abbia un'anima immortale crea problemi nella comprensione del messaggio biblico nella sua profondità. Infatti, se l'uomo avesse già un'anima immortale, non si capirebbe perché il Signore Gesù è morto per dare a chi crede in lui la vita eterna, se l'uomo avesse già una sorta di vita eterna. Cristo non è morto per migliorare la nostra vita eterna (dalle "pene eterne" alla "beatitudine eterna"), ma per dare a chi non ha più la vita eterna, la vita eterna (dalla morte eterna alla vita eterna).

    Comunque, appena avrò più tempo, risponderò più approfonditamente.
     
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    CITAZIONE (AlessioRando @ 20/4/2016, 21:40) 
    Ciao Daniele, grazie per la risposta.

    Concordo sul fatto che Dio possa concedere l'immortalità ad altri, infatti, Dio la concesse già ad Adamo ed Eva, prima del peccato, la concede agli angeli a lui fedeli e la concederà nuovamente ai redenti, al ritorno di Cristo in gloria. Però, l'idea che l'uomo abbia un'anima immortale crea problemi nella comprensione del messaggio biblico nella sua profondità. Infatti, se l'uomo avesse già un'anima immortale, non si capirebbe perché il Signore Gesù è morto per dare a chi crede in lui la vita eterna, se l'uomo avesse già una sorta di vita eterna. Cristo non è morto per migliorare la nostra vita eterna (dalle "pene eterne" alla "beatitudine eterna"), ma per dare a chi non ha più la vita eterna, la vita eterna (dalla morte eterna alla vita eterna).

    Comunque, appena avrò più tempo, risponderò più approfonditamente.

    Ciao Ale, vita eterna ed anima immortale sono due cose differenti.
    I giusti che beneficeranno della vita eterna, a mio avviso, beneficeranno di Colui che è la VITA Eterna in modo perpetuo; per "vita" non bisogna intendere quella cosa contraria alla "morte" materiale, perché gli empi continueranno comunque a beneficiare della loro immortalità dell'anima conferitagli da D-o per un motivo, nella cosiddetta morte seconda, in una dannazione eterna "viva" e concreta.
    La sofferenza che patiranno gli empi sarà quindi una cosa concreta, perpetua nel tempo.

    Ad esempio, secondo il concetto geovista, l'empio quando muore cessa d'esistere. Non andrà all'inferno (tartaros per i greci), ma svanisce nel nulla. Quindi l'anima di quella persona "morirà" e cesserà d'esistere: non soffrono, non patiscono nulla. Quasi quasi converrebbe essere empi - secondo il loro punto di vista - e godersi la vita secondo tutte le sue nefandezze, perché tanto poi non c'è castigo né resa dei conti, meglio di così, "si muore", no?..... mentre i giusti (cioè loro) saranno felici e contenti. Nessuna "dannazione eterna" secondo loro.

    Invece secondo il pensiero biblico, a mio avviso, lo "stridor dei denti" anche se è un linguaggio allegorico, fa rendere l'idea di una sofferenza senz allegorie, reale e concreta alla quale sarà sottoposta quell'anima che ha vissuto in empietà.

    Quindi, secondo il tuo punto di vista chiaramente Avventista l'anima non è immortale, ok; ma in che modo gli empi patiranno la dannazione eterna se l'anima di quell'empio cessa d'esistere? Chi o cosa (e come) patirà queste sofferenze se l'anima cessa d'esistere dopo la morte?
    La Scrittura dice che «nel soggiorno dei morti dove vai, non c'è più né lavoro, né pensiero, né scienza, né saggezza» (Ecc 9:10 - NRV). Questo è un riferimento alla morte del corpo (morte prima), l'aldilà dove le anime riposano, ovvero presso lo Sheol/Ades o Seno d'Abrahamo (dove è andato Cristo prima di risorgere).

    Quindi, dal mio punto di vista, l'anima è quell'lelemento che patirà perpetuamente, mentre lo spirito ritornerò da Colui che lo ha dato. Bisogna cercare di capire il linguaggio biblico su cosa si intende per anima e spirito.
    Di approfondimenti se ne possono fare quanti ne vuoi, ma occorre comunque basarsi sullo Scritto per ricercare una sana e genuina verità biblica.

    Per mia esperienza personale, se provassimo a studiare la Bibbia senza l'influenza del pensiero dottrinale della denominazionale religiosa a cui si appartiene, si capisce di più. Un conto è dire "noi avventisti diciamo che...", "noi cattolici diciamo che...", "noi pentecostali diciamo che"..., "noi ebrei diciamo che...".... ma, allla fin fine, cosa dice la Bibbia?

    Shalom
     
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  5. Yahsalva
     
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    Lo stagno di fuoco (La Geenna ardente) non è un luogo di tormento e sofferenza eterna ma bensi' rappresenta simbolicamente la morte eterna!

    Un Dio giusto e amorevole potrebbe far soffrire eternamente le sue creature? Attenzione quindi a non far confusione con falsi insegnamenti e dogmi che appartengono alle religioni babiloniche..

    "Ma esaminate ogni cosa e ritenete il bene" (1Tessalonicesi 5:21)
     
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    Lo geenna è un luogo reale ma non eterno...Dio, come dici tu non permette eterna sofferenza, concetto questo antibiblico, detto questo. La geenna è il luogo dove verranno consumati fisicamente satana ed i demoni, il "falso profeta" che rappresenta tutte quelle religioni protestanti o non cattoliche che si sono allontanati dal vero cristianesimo ( incluso mormoni e tgd ect ), è ovviamente la "bestia" che è il Papato e affini. Questo lago di fuoco inizia ad ardere dopo il giudizio che dura mille anni. Apoc 20 dice che alla fine dei mille anni i malvagi risorgono per ricevere la giusta punizione. Finito il giudizio...ed eliminato il male dalla terra e dall'universo....Dio ricrea nuovi cilei e nuova terra Apoc 21.
     
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    Ad esempio, secondo il concetto geovista, l'empio quando muore cessa d'esistere. Non andrà all'inferno (tartaros per i greci),

    Da quel che so io la parola greca tradotta inferno, o inferi, è generalmente ade, che corrisponde all’ ebraico sheol di quello che viene generalmente chiamato AT.
    CITAZIONE
    ma svanisce nel nulla. Quindi l'anima di quella persona "morirà" e cesserà d'esistere: non soffrono, non patiscono nulla.

    Si, è questo che insegna la Bibbia.

    CITAZIONE (kalo @ 25/9/2019, 10:21) 
    La geenna è il luogo dove verranno consumati fisicamente satana ed i demoni, il "falso profeta" che rappresenta tutte quelle religioni protestanti o non cattoliche che si sono allontanati dal vero cristianesimo

    La geenna non è un luogo di sofferenza, ma rappresenta la morte, la distruzione, come pure il lago di fuoco e zolfo.
    CITAZIONE
    ( incluso mormoni e tgd ect )

    Certo che ce l’hai con i tgG, che consideri pure apostati. Riporto il link di un’ altra discussione inerente questo argomento:

    https://ilbiblista.forumfree.it/?t=76534744#newpost

    Shalom

    Edited by Bloccoporta - 27/9/2019, 14:32
     
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