Il Biblista | Forum di approfondimento Biblico

Posts written by AlessioRando

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    Il nome è sì al plurale - 'elohìm, "dèi" - ma il verbo - barà - è al singolare. Letteralmente Gn 1:1 sarebbe:

    CITAZIONE
    «In principio Dèi creò i cieli e la terra»

    Questo, quindi, ci fa capire che il Dio è uno; verità confermata, poi, da tutta la Bibbia.
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    In Genesi 1:1 leggiamo:

    CITAZIONE
    «In principio Dio creò il cielo e la terra» - Giuntina

    Come sappiamo, il termine tradotto con «Dio» nel testo ebraico è ʼelohìm, che vuol dire «dèi». Secondo molti studiosi trinitari, l'uso che l'autore sacro fa di questo termine in questo testo, unito al verbo singolare, indicherebbe una proto-rivelazione del mistero trinitario. Quindi, l'attribuire a Yhvh il nome ʼelohìm, indicherebbe la Trinità di Dio.
    Secondo altri studiosi, soprattutto non trinitari, quest'argomentazione è falsa.

    La mia domanda è: il nome ʼelohìm dato in tutto il Tanàkh al Dio d'Israele, Yhvh, può essere riferito al suo essere uno e trino, oppure no?



    Edited by AlessioRando - 22/6/2016, 15:17
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    La cosidetta "Stella di Davide" non ha alcuna connessione col secondo re d'Israele. Anch'io avevo letto che tale simbolo è in realtà la "stella di Refàn" di Atti 7:43 (che in realtà cita Amos 5:25s)
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    Ora non ho tempo per rispondere approfonditamente. Dico solo che la decima esisteva già prima della promulgazione della Legge cerimoniale al Sinai, questo dovrebbe fari riflettere sul fatto che essa non sia collegata strettamente alla Legge levitica, anche se tale Legge prescriveva come doveva essere amministrata.
    Ripeto, però, ora non ho tempo di rispondere. Nei prossimi giorni risponderò in maniera più esaustiva.
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    Daniele, non potrei essere più d'accordo con te! :)
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    Daniele 11 è un vero rompicapo! :)

    Tutte le visioni del profeta Daniele sono in parallelo tra di loro (seguono le stesse epoche), dicono quindi la stessa cosa con maggiori dettagli. Al cap. 11 di Daniele (anche se la visione inizia al capitolo 10 e finisce al 12) si hanno maggiori dettagli di ciò che sarebbe accaduto nel futuro, dal regno medo-persiano in poi, fino al ritorno di Gesù Cristo.
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    Quando il Signore finì di creare il mondo, secondo la Bibbia si riposò. Il primo libro di Mosè, la Genesi ci dice che Dio si "riposò" il settimo giorno:
    CITAZIONE
    «Nel settimo giorno Dio aveva completato l'opera Sua che aveva fatto, così nel settimo giorno cessò da tutta la Sua opera che aveva compiuto. Dio benedisse il settimo giorno e lo santificò, poiché in esso aveva cessato da tutta la Sua opera che Egli stesso aveva creato per poi elaborarla» - Genesi 2:2, 3(Giuntina).

    Questa è l'origine di quello che poi al Sinày è diventato il quarto comandamento del Decalogo:
    CITAZIONE
    «Ricordati del giorno di Sabato per santificarlo» - Esodo 20:8 (Giuntina).

    Eppure, molti cristiani asseriscono che il Sabato è stato sostituito dalla domenica, il dì della risurrezione di Cristo. Altri dicono che "il Sabato era per gli ebrei", ma dimenticano che Gesù insegnò che «Il sabato è stato fatto per l'uomo» (Mc 2:27; ND), ossia per l'umanità intera.

    In sostanza, il Sabato è ancora vincolante per i cristiani? La mia risposta è: SI'.
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    Grazie Daniele per il chiarimento. Effettivamente traducendo epì "al tempo di" si può pensare che Gesù abbia detto che il sommo sacerdote era Abiatar, ma traducendo epì con "nei giorni di" è come se Gesù avesse detto: "Durante la vita del sommo sacerdote Abiatar".
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    In Mc 2:25, 26 Gesù narra un episodio della vita di Davide. Al v. 26 leggiamo:

    CITAZIONE
    «Com'egli, al tempo del sommo sacerdote Abiatar, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani di presentazione, che ha nessuno è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche a quelli che erano con lui?» - NR (enfasi aggiunta).

    Eppure se leggiamo nell'AT l'episodio in questione, vediamo che quando Davide mangiò i pani di presentazione il gran sacerdote non era Abiatar, ma Achimelec:

    CITAZIONE
    «Davide andò a Nob dal sacerdote Achimelec; Achimelec gli venne incontro turbato e gli disse: "Perché sei solo e non hai nessuno con te?" Davide rispose al sacerdote Achimelec: "Il re mi ha dato un incarico e mi ha detto: Nessuno sappia dell'affare per cui ti mando e dell'ordine che ti ho dato; e quanto alla mia gente, le ho detto di trovarsi in un dato luogo. Ora che hai qui a portata di mano? Dammi cinque pani o quelli che si potrà trovare". Il sacerdote rispose a Davide, e disse: "Non ho sottomano del pane comune, ma c'è del pane consacrato [...] " Allora il sacerdote gli diede del pane consacrato, perché non c'era là altro pane tranne quello della presentazione, che era stato tolto dalla presenza del Signore, perché fosse sostituito con pane caldo nel momento in cui veniva preso» - 1Sam 21:1-4a, 6 (NR) [enfasi aggiunta].

    Come si risolve l'apparente contraddizione? E perché questa contraddizione?


    Edited by AlessioRando - 29/4/2016, 14:54
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    Ciao Daniele, grazie per la risposta.

    Concordo sul fatto che Dio possa concedere l'immortalità ad altri, infatti, Dio la concesse già ad Adamo ed Eva, prima del peccato, la concede agli angeli a lui fedeli e la concederà nuovamente ai redenti, al ritorno di Cristo in gloria. Però, l'idea che l'uomo abbia un'anima immortale crea problemi nella comprensione del messaggio biblico nella sua profondità. Infatti, se l'uomo avesse già un'anima immortale, non si capirebbe perché il Signore Gesù è morto per dare a chi crede in lui la vita eterna, se l'uomo avesse già una sorta di vita eterna. Cristo non è morto per migliorare la nostra vita eterna (dalle "pene eterne" alla "beatitudine eterna"), ma per dare a chi non ha più la vita eterna, la vita eterna (dalla morte eterna alla vita eterna).

    Comunque, appena avrò più tempo, risponderò più approfonditamente.
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    Cosa accade dopo la morte? Questa domanda ha da sempre attanagliato l'umanità, in quanto, prima o poi, riguarda ognuno di noi, sia direttamente che indirettamente.
    Secondo la maggior parte delle religioni, dopo la morte del corpo, l'anima dell'uomo, che sarebbe immortale, andrebbe in un aldilà. Anche nel Cristianesimo viene insegnata questa dottrina: dopo la morte, l'anima della persona va in paradiso o va all'inferno, a seconda se sia "buona" o "cattiva".

    Cosa dice la Bibbia? Questa è la domanda che ogni cristiano sincero deve porsi, poiché la Bibbia è la Parola di Dio e solo essa contiene la verità circa Dio e l'uomo.

    Io, personalmente, non credo nell'immortalità dell'anima, ma credo che l'unica speranza che i morti hanno di ritornare in vita sia la resurrezione alla fine dei tempi, al ritorno di Gesù Cristo in gloria.

    Propongo due Scritture guida per la nostra riflessione:


    «Allora l'Eterno Dio formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un'alito di vita, e l'uomo divenne un'anima vivente» - Genesi 2:7 (ND).


    «[Dio è] il solo che possiede l'immortalità e abita una luce inaccessibile» - 1Timòteo 6:16 (ND).



    Edited by AlessioRando - 20/4/2016, 21:41
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    Sin dalla sua nascita, almeno secondo le fonti storiche "accreditate" ed ufficiali, il Cristianesimo "ortodosso" ha creduto che il suo Fondatore, Gesù di Nazareth, sia Dio manifestato in carne. Però, sin dal III secolo d.C., c'è stato chi ha messo in dubbio la dottrina ufficiale della Chiesa, affermando che il Messia di Yhvh non sia Dio, ma sia un essere creato.

    In questa discussione vorrei incoraggiare la discussione sulla divinità del Signore Gesù Cristo, il Salvatore del mondo. Egli è Dio, o è solo una creatura di Dio? L'argomento è molto delicato, in quanto tocca il fondamento stesso della fede cristiana.
    Personalmente, io sono giunto alla conclusione che le Sacre Scritture, sia dell'Antico che del Nuovo Testamento insegnino con chiarezza che Gesù Cristo sia Dio stesso; eppure, dato che alcuni mettono in dubbio questo insegnamento delle varie Chiese cristiane "ufficiali" (Cattolicesimo, Protestantesimo, Ortodossia), secondo me è necessario affrontare l'argomento.

    Propongo di iniziare la riflessione da questa scrittura di san Paolo:

    CITAZIONE
    «È in Cristo che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità» - 1Timòteo 2:9 (CEI)

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    Il libro di Giobbe una fiaba? E che senso avrebbe? La Bibbia, soprattutto il Primo Testamento (l'AT), ci narra di storie di persone che hanno "camminato con Dio", o che si sono ribellate a lui, affinché noi potessimo esserne istruiti: «Infatti tutte le cose che furono scritte in passato furono scritte per nostro ammaestramento, affinché mediante la perseveranza e la consolazione delle Scritture noi riteniamo la speranza» (Rm 15:4). Dio non ci ammaestra mediante favolette per bambini, ma mediante storie di vita vissuta. Queste storie di uomini e donne fedeli (o ribelli) al Signore, ci fanno comprendere qual è la strada giusta, con le sue conseguenze, e qual è la strada sbagliata, con le sue conseguenze. E come se Dio mediante queste storie ci dicesse ancora e ancora: «Questa è la via; camminate in essa!» (Is 30:21).

    Oltretutto, ci sono molti passi biblici in cui il Signore ci avverte di non andare dietro alle favole (1Tm 1:4; 4:7; 2Tm 4:4; Tt 1:14; 2Pt 1:6).
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    Grazie mille Daniele per la tua risposta. Dio ti benedica! :)
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    In 1Cor 5:5 (ND) è scritto: «quel tale [l'adultero di Corinto] sia dato in mano di Satana a perdizione della carne, affinché lo spirito sia salvato nel giorno del Signore Gesù». Similmente, in 1Tm 1:20 è scritto: «Tra questi vi sono Imeneo e Alessandro, che io ho dato in mano di Satana, perché imparino a non bestemmiare» (ND).

    Vorrei sapere cosa significa "dare in mano di Satana", dato che da tempo me lo chiedo. Se è possibile, vorrei sapere anche:

    - Chi può dare in mano a Satana.
    - Cosa con porta questo.
    - Cosa vuol dire l'espressione: «a perdizione della carne, affinché lo spirito sia salvato nel giorno del Signore Gesù».


    N.B. Per chi usa la Nuova Riveduta l'espressione è "consegnato/i a Satana".
15 replies since 6/4/2014
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