Comprendere la Bibbia non è così difficile, come spesso si crede, perché sono richieste caratteristiche che i più possono avere, se lo desiderano. La prima è di essere "sufficientemente ignoranti", in modo da leggere senza sentirsi già sapienti, cioè con un atteggiamento di ascolto, di voler imparare. Poi bisogna essere "sufficientemente liberi"; non è facile perché ognuno tende ad appartenere ad un gruppo che si riconosce su certe basi e spesso si legge la ibbia non per sapere veramente che cosa ha da dirci, ma con una sostanzale chiusura verso tutto ciò che potrebbe mettere in discussione i nostri fondamenti e la nostra appartenenza. Da ciò deriva la necessità di avere anche "una sufficiente determinazione sul piano intellettuale".

La Bibbia non assomiglia però ad un libro di matematica, materia nella quale ci si può laureare con un lavoro tutto inerno al cervello; assomiglia invece ad un libro di arti marziali, nel quale bisogna alternare la lettura con la pratica in palestra, perché la lettura fa eseguire meglio l'esercizio e la pratica aiuta ad apprezzare lo scritto. Quindi, per avanzare nella conoscenza della Bibbia, allora, occorre anche "un sufficiente coraggio sul piano esistenziale", perché comprendere cose nuove e viverle espone a critiche, derisioni, prese di distanza e rischi di espulsione dal proprio gruppo. Non pochi allora si fermano adducndo "problemi di comprensione" ma che, in realtà, sono "problemi di accettazione".

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